Lo sapevi che esiste un percorso che collega due delle più belle piazze italiane? È la Via degli Dei.
Scopri con noi la bellezza di questo itinerario di 120 km immerso nella natura degli Appennini, insieme a tanti tesori da vedere, come la Riserva Naturalistica del Contrafforte Pliocenico, la Flaminia Militare, il Castello del Trebbio, il Santuario del Monte Senario e la città di Fiesole, un piccolo gioiello di borgo, immerso tra le colline fiorentine e di antica fondazione etrusca. Quali sono le tappe del percorso?
È meglio andare a piedi o con la mountain bike? Troverai le risposte e tanto altro nel nostro articolo!
La storia
La Via degli Dei è un sentiero che unisce Toscana ed Emilia-Romagna e vanta una storia molto antica. Infatti, i primi che si avventurarono negli Appennini furono gli Etruschi. Tra il VII e il IV secolo a.C., essi scoprirono il valico che gli permetteva di espandere i loro traffici e i loro domini nella Pianura Padana.
A proposito di Etruschi, lo sai che furono loro a inventare quella che oggi è la lasagna alla bolognese? Scopri di più nel nostro articolo Pasta fresca a Bologna: l’arte delle sfogline.
Nel 187 a.C. i Romani realizzarono su questo tracciato la Flaminia Militare, una vera e propria strada, con tutte quelle caratteristiche necessarie per permettere lo spostamento di truppe, carri e rifornimenti. Infatti l’obiettivo era di collegare le città di Bononia (Bologna) con quella di Arretium (Arezzo), così da garantire un attraversamento rapido degli Appennini e un’apertura verso la Pianura Padana, facilitando gli spostamenti di truppe e merci, con l’ottica di espandersi verso nord. Il nome Flaminia è in onore del Console Caio Flaminio, che decise di costruire questo percorso.
Durante il Medioevo anche i viandanti e i mercanti percorrevano tale strada, ma poi questa fu gradualmente abbandonata a causa dell’assenza di manutenzione. Purtroppo, durante la Seconda Guerra Mondiale divenne teatro di combattimento: nel 1944 su questo tracciato l’esercito tedesco costruì la Linea Gotica, come difesa dagli Alleati.
Tranne che per questo uso, la strada fu quasi completamente dimenticata nei secoli, tanto che venne coperta dalla vegetazione dei faggeti.
Verso la fine degli anni Settanta venne riportata alla luce grazie a Cesare Agostini e Franco Santi, che scavando ne trovarono i resti. Infatti, i due archeologi dilettanti erano stati incuriositi dai racconti dei loro nonni, quindi decisero di esplorare questi territori. Uno di loro trovò una moneta romana che confermò l’ipotesi della strada romana. Come ulteriore prova, misurarono la larghezza del selciato e notarono che rispettava i canonici otto piedi (2,40 metri).
Agostini e Santi dovettero anche tener testa all’opposizione di molti esperti, secondo i quali il percorso sarebbe dovuto essere altrove, ma non fu mai trovato. È dunque grazie a questi due uomini curiosi che oggi, ogni anno, oltre dieci mila persone percorrono la Via degli Dei.
Il giusto spirito dell’esperienza
La leggenda dietro questo cammino narra che verso la fine degli anni Novanta ci fosse un gruppo di amici bolognesi che amava il trekking e la buona cucina.
Un giorno essi fondarono l’associazione Dû pas e na gran magnè (due passi e una gran mangiata). Il loro obiettivo era raggiungere Firenze a piedi e mangiare nelle migliori taverne che trovavano lungo la strada.
Ecco perché questo cammino dovrebbe essere fatto con un atteggiamento goliardico, apprezzando il piacere dell’avventura e dello stare in compagnia, immersi nella natura.
Le origini del nome
Come sappiamo il nome originale è diverso da quello attuale. Vediamo come e perché è cambiato.
“Via degli Dei” significa “Cammino delle divinità”. Per questo motivo, molte persone credono che sia un itinerario religioso, ma non è così. Infatti, il nome di tale percorso da 120 km è legato al fatto che il cammino attraversa monti e località che rimandano ai nomi di antiche divinità pagane: tra queste c’è il Monte Adone, il Monte Venere e il Monte Luario (Lua era la dea romana dell’espiazione).
Inoltre, il piccolo municipio di Monzuno deve il suo nome a Giunone: deriva dall’espressione latina Mons Junonis (montagna di Giunone), ma oggi è difficile cogliere questa origine.
Perciò, anche se non ha alcuna valenza religiosa, il nome del percorso ha un chiaro riferimento al paganesimo.
Il cammino
La Via degli Dei collega Piazza Maggiore e Piazza della Signoria, due tesori italiani culturali e artistici. Ciascuno è libero di iniziare dalla città che preferisce: noi illustreremo il percorso partendo da Bologna, il capoluogo emiliano con i suoi 40 km di portici, patrimonio dell’Unesco.
Dopo la piazza principale, l’itinerario segue i 666 archi del portico di San Luca, il più lungo al mondo. Questo porta al Santuario della Vergine di San Luca, situato sulla sommità del colle della Guardia. È qui, in mezzo alla natura bolognese, che la Via degli Dei inizia. Per saperne di più sui portici di Bologna, dai un’occhiata a questo articolo I portici di Bologna: Patrimonio Mondiale UNESCO.
Solitamente, i viaggiatori vanno o a piedi o in bici. Se decidi di andare a piedi, il cammino durerà dai quattro ai sei giorni, mentre se sei appassionato di mountain bike, probabilmente raggiungerai Firenze nel giro di due o tre giorni.
A meno che tu non sia un esperto di questi percorsi, ti consigliamo vivamente di non andare da solo ma di unirti a un gruppo.
Qualora invece tu voglia fare tutta la Via degli Dei nel giro di quattro giorni, significa che dovrai fare almeno 30 km al giorno, con una media di circa otto/nove ore di camminata, senza interruzioni. Invece se deciderai di dedicare almeno 5 giorni al cammino, potrai dividere con più facilità i chilometri da macinare, e camminare per circa ventiquattro km di media al giorno.
Infine, nelle tue valutazioni e nell’organizzazione del cammino, tieni conto che le ore solari in inverno e in autunno sono molto più ridotte rispetto alla primavera e all’estate, stagioni in cui avrai la possibilità di prendere più pause durante il tuo viaggio.
L’attrezzatura
Il cammino è impegnativo ma con una buona organizzazione rimane comunque fattibile. Infatti, lo possono affrontare praticamente tutti, ma è importante essere ben preparati e avere con sé la giusta attrezzatura.
In primo luogo, è fondamentale avere uno zaino che abbia una buona distribuzione del peso, altrimenti la tua schiena ne risentirà. In secondo luogo, indossa gli scarponi e, perché no, usa anche i bastoncini telescopici. Per mantenere il tuo corpo idratato, porta con te una buona scorta di acqua, in modo da non rimanere a secco.
In più, gli Appennini possono fare brutti scherzi: gli acquazzoni sono sempre dietro l’angolo. Quindi, sii pronto! Non dimenticare la giusta attrezzatura per la pioggia, come la cerata e le ghette.
Ultimo, ma non per questo meno importante, ricordati la mappa! Ti consigliamo di dotarti anche di una versione cartacea, così, se il tuo telefono si scarica, riuscirai comunque a orientarti.
L’itinerario e le tappe
Il percorso tocca territori molto diversi che presentano una gran varietà di vedute e caratteristiche.
Si inizia nel paesaggio urbano, poi si passa da borghi, castelli e conventi, finché non ci si ritrova completamente immersi nella natura. E così, si è a metà strada. Poi, gradualmente ritorna tutto a essere urbanizzato, e ti ritroverai a Firenze.
Tappa 1 – Da Piazza Maggiore al Santuario della Vergine di San Luca
Dopo aver ammirato la bellezza di questa piazza, prendi via d’Azeglio: passerai davanti a quella che era la casa di Lucio Dalla. A proposito, lo sapevi che Bologna è la città della musica? Scopri di più nel nostro articolo!
Dopo alcuni minuti, raggiungi i portici di Saragozza, che iniziano con l’arco Bonaccorsi. Dopo una salita abbastanza ripida, arrivi alla Basilica dove puoi prenderti alcuni minuti per ammirare il bel panorama. Vuoi saperne di più sul San Luca? Leggi anche Il Santuario della Madonna di San Luca tra sacro e leggenda.
Tappa 2 – Da San Luca a Sasso Marconi
Dopo aver superato la Basilica, scendi la collina attraverso un sentiero alberato e ti ritrovi nel Parco Talon. Qui, puoi vedere dall’alto la Chiusa di Casalecchio, una diga costruita nel XIII secolo per fare affluire le acque del fiume Reno in città.
Tappa 3 – Da Sasso Marconi a Monzuno
La parte appenninica inizia qui, nella terza tappa. Da Sasso Marconi (115 metri s.m.) sali per raggiungere i Prati di Mugnano ed entrare nella riserva del Contrafforte Pliocenico. Qui, puoi trovare facilmente fossili e conchiglie perché alcuni milioni di anni fa questo posto era immerso nell’acqua del mare.
Poi, prosegui verso il Monte Adone (654 metri s.m.) dove c’è una vista mozzafiato. Ti consigliamo di pranzare qui per godere del paesaggio. Poi, dopo questa pausa, scendi verso Monzuno.
Tappa 4 – Da Monzuno al Passo della Futa
Questa è la tratta più faticosa. Da Monzuno sali verso il Monte Galletto (950 metri s.m.) passando tra boschi e crinali. Poi, scendi a Madonna dei Fornelli (795 metri s.m.), dove consigliamo di fare una pausa prima della parte più ripida. Questa è una delle tappe più apprezzate dai viaggiatori che percorrono la Via degli Dei.
Il cammino s’inerpica per tre chilometri fino al Monte dei Cucchi (1130 metri s.m.) e poi a Pian di Balestra, dove la Via degli Dei incontra la Flaminia Militare.
Il confine tra Emilia e Toscana è in questo tratto: puoi farti una foto accanto al cippo. Poi, scendi e arrivi alle Passeggere (1013 metri s.m.). Qui c’è una delle poche sorgenti, dunque consigliamo di riempire le borracce. In aggiunta, si possono ammirare numerosi ritrovamenti romani.
In seguito, sali fino a Poggio Castelluccio (1119 metri s.m.) e poi scendi ancora per arrivare al Passo della Futa (903 metri s.m.). Qui si trova il più grande cimitero di guerra tedesco in Italia, che è molto particolare per via della sua forma a spirale.
Tappa 5 – Dal Passo della Futa a San Piero a Sieve
Il percorso continua sul crinale finché non si arriva alla Croce di Monte Gazzaro. Questo specifico tratto è altamente sconsigliato per chi è in bici e per tutti in caso di maltempo.
Di fianco alla croce c’è una piccola struttura in pietra all’interno della quale è presente il libro vetta su cui ciascuno può scrivere un pensiero. Poi si continua sul percorso fino a San Piero a Sieve.
Tappa 6 – Da San Piero a Sieve alla Vetta Le Croci
Dal centro storico di San Piero a Sieve riprendi il percorso. Se vuoi, puoi fare una piccola deviazione per vedere dall’esterno la Fortezza dei Medici di San Martino (che tuttavia non è aperta al pubblico).
Poi, continua sulla Via degli Dei e non molto lontano da Trebbio puoi ammirare una bellissima veduta delle distese di ulivi. Superato Trebbio, il percorso si inerpica, e la salita ti porterà al Convento di Monte Senario. Qui, puoi fare una pausa nel punto di ristoro dei frati.
Poi continua sul sentiero fino alla Vetta Le Croci: ecco una distesa di prati verdi con una splendida vista. Se sei fortunato ed è una bella giornata, puoi già vedere in lontananza Fiesole e Firenze.
Tappa 7 – Dalla Vetta Le Croci a Firenze
Segui la strada (che ora è asfaltata) finché non raggiungi Piazza Mino a Fiesole. Continuando sulla Via Vecchia Fiesolana dopo 6 chilometri raggiungerai Firenze e potrai ammirare le bellezze di questa città patrimonio dell’Unesco.
Maggiori informazioni
Se questo percorso impegnativo ma meraviglioso ti ha incuriosito, vieni a scoprire tanti altri percorsi ed escursioni che ti permetteranno di immergerti nella natura, scoprendo luoghi incantevoli.
Sei un appassionato di escursioni con la bicicletta? Non puoi perderti l’esperienza di attraversare la Ciclovia del Sole, percorribile da Bolzano fino a Bologna, per quasi 300 km. Ti troverai immerso nella natura e in alcuni luoghi di importanti avvenimenti storici. Leggi anche: Sentieri ed escursioni a Bologna: cinque percorsi in mezzo alla natura.
Bibliografia
- Agostini C., Santi F., La strada flaminia militare, CLUEB, 2000.
- Fazzioli S., La via degli Dei, Roma, Edizione dei Cammini, 2016.
- Frignani S., Guida alla via degli Dei. Da Bologna a Firenze e Ritorno, Milano, Terre di Mezzo, 2019.
- Lugaresi N., Una via differente: con 12 studenti, sulla via degli Dei, San Lazzaro di Savena, Bonamo, 2019.