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Alberto Belli

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Un viaggio alla scoperta delle mura di Bologna

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Bologna mantiene ancora intatte porzioni consistenti delle mura difensive. Vieni con noi alla scoperta delle antiche cerchie murarie della città!

Perché vengono costruite le mura di Bologna?

Si ritiene che le prime mura difensive di Bologna siano state edificate dagli Etruschi, con lo scopo di proteggere la città dalle frequenti invasioni barbariche dell’epoca. Infatti in seguito agli scavi archeologici, si sono ritrovati resti di palizzate e gallerie con passaggi sopraelevati risalenti al VII secolo. 

Anche se è molto probabile che già la Bononia antica fosse provvista di fossati e sistemi difensivi, ad oggi non risultano tracce che possano indicarne l’esistenza. 

Le mura di Bologna sono state create con l’intento di difendere la città e, dalla prima cinta che una volta distingueva la città “dentro le mura”, si sono sviluppate più cerchia murarie conseguenti all’espansione demografica.

In seguito alla demolizione della Circla avvenuta nel XX secolo, è possibile vedere solo alcuni resti delle mura originarie e delle porte che permettevano l’accesso alla città.

Scopri con noi le tre principali cerchia murarie di Bologna: la Cerchia di Selenite, la Cerchia dei Mille e le Circla.

A Bologna ci sono state anche mura dentro le mura. Infatti nel cuore della città, a pochi passi dalle Due Torri, c’è l’antico ghetto ebraico. Questo ha conosciuto una lunga storia di isolamento e segregazione, proprio attraverso la costruzione di mura, che segnavano il suo perimetro, impedendo agli abitanti del quartiere di muoversi liberamente. Scopri tutta la sua storia nel nostro articolo L’antico ghetto ebraico di Bologna: un viaggio attraverso di esso.

Porta Saragozza

La Cerchia di Selenite

La prima cinta muraria è la Cerchia di Selenite, e prende il nome dal materiale che la componeva. Infatti la selenite è un minerale gessoso di colore aranciato, presente in grandi quantità sui colli bolognesi.

La Cerchia di Selenite è la più antica cinta di Bologna, costruita in seguito alle invasioni barbariche in corrispondenza al declino dell’Impero Romano d’Occidente. La città di quel periodo viene infatti descritta come “semidistrutta”, rendendo necessaria la costruzione di sistemi difensivi in grado di proteggere gli abitanti e il territorio. La loro costruzione fu frettolosa a causa dell’urgenza del pericolo che incombeva sulla città. Questo motivo potrebbe essere la spiegazione per cui le mura furono sovrapposte a secco, senza fondamenta e per il loro perimetro ristretto, che comprendeva circa un terzo dell’effettivo abitato.

Una curiosità su questa cerchia riguarda la sua costruzione attraverso il metodo del “reimpiego”.  Si sono, infatti, distrutti alcuni edifici romani precedenti e si è utilizzato il loro materiale per creare le mura. 

Porta Mascarella

All’interno della Cerchia di Selenite si trovava la sede del vescovo e del potere imperiale; tutto il resto della città prese il nome di civitas antique rupta, come se si trattasse di una rovina romana.

Il Quadrilatero di Bologna

La Cerchia di Selenite formava una sorta di quadrilatero con due porte che collegavano l’interno delle mura all’esterno. La prima è porta Ravegnana, che collegava la città a Ravenna (attualmente si trova in via Emilia). La seconda è porta Stiera, situata in collegamento a Modena. In seguito furono aggiunte altre due porte: porta San Cassiano e porta San Procolo. Attualmente, questa zona corrisponde al cosiddetto Quadrilatero.

Vicino a Porta Ravegnana, oltre alle Due Torri, potrai scoprire anche uno dei Sette Segreti di Bologna: La Fontana del Nettuno.

Inoltre, nella zona Quadrilatero potrai fermarti a mangiare in numerose osterie tipiche di Bologna, scoprine alcune con noi nell’articolo Pasta Fresca a Bologna: l’arte delle sfogline.

Le quattro croci

Inoltre, tra il IV e V secolo d.C., sotto volontà di Sant’Ambrogio, si aggiunsero le Quattro Croci, in corrispondenza dei quattro punti cardinali (e delle quattro porte). Queste croci sopravvissero al tempo, ma furono poi rimosse nel 1796, come distaccamento dalla religione in modo da rendere le strade “laiche”. Ad oggi sono conservate presso la Basilica di San Petronio.

Nel 1163, l’imperatore Federico Barbarossa impartì l’ordine di distruggere le mura, lasciando la città senza possibilità di difesa contro le sue truppe: il suo obiettivo era, infatti, quello di conquistare tutto il nord Italia. Le direttive di Barbarossa furono rispettate solo in parte, salvando alcuni pezzi delle mura. Inoltre, dopo la vittoria dei cittadini, si decise di dare il via alla costruzione di una nuova cerchia muraria.

Attualmente, si possono vedere i resti della Cerchia di Selenite presso il Museo Civico Medievale a Palazzo Fava, in via Manzoni 2.

Un ulteriore museo imperdibile è sicuramente quello sulla Basilica di Santo Stefano, luogo ricco di storia e leggende dietro alla sua costruzione. Vieni a conoscere tutti gli altri musei che la città offre: ce ne sono alcuni pensati anche per i più piccoli!

Lo sapevi che la Basilica di Santo Stefano custodisce una delle cripte più interessanti e belle della città? Scoprile tutte nel nostro articolo Bologna Sotterranea!

La Cerchia dei Mille

Anche conosciuta con il nome di “Cerchia dei Torresotti”, la Cerchia dei Mille è la seconda cinta muraria costruita a Bologna. A differenza della Cerchia di Selenite, la Cerchia dei Mille aveva una forma tonda e, in corrispondenza delle porte, sorgevano delle piccole torrette.

Risalente intorno all’anno Mille, la Cerchia dei Mille era stata costruita in seguito all’espansione della città, con il semplice scopo di controllare gli ingressi e le uscite dal centro. Dal momento che il periodo delle invasioni era terminato, questa cerchia non era composta da mura particolarmente robuste. 

Porta San Donato

Inoltre, la costruzione di questa nuova cinta muraria permetteva di inglobare nello spazio urbano alcuni borghi che si trovavano all’esterno della prima cerchia. In questo modo, si poteva garantire anche una maggiore protezione per queste zone, dove l’espansione demografica stava aumentando in modo esponenziale.

La cinta presentava 18 porte chiamate serragli, ad oggi ne rimangono solo quattro: Porta San Vitale, Porta Govese (in via Piella),Torresotto di Porta Nova e Torresotto di Strada Castiglione.  Questi quattro serragli sono tuttora visibili nella città e si sono perfettamente inglobati allo sviluppo urbanistico di Bologna.

La Circla

La cinta muraria di Bologna costruita per ultima è chiamata la Circla.

La sua costruzione risale al XIII secolo in seguito al progressivo aumento della popolazione e il suo perimetro racchiude entrambe le cerchia precedenti.

Sui motivi dell’aumento demografico leggi anche Bologna: la più antica università del mondo occidentale. Lo sapevi che l’Università di Bologna può vantare anche di aver avuto la prima donna come insegnante universitaria? Vieni a scoprire la sua storia.

Per gli stessi motivi costruirono anche i portici di Bologna, tra cui il più lungo al mondo con una lunghezza di 3.796 metri che ti porterà fino al Santuario della Madonna di San Luca, non perdertelo!

Inizialmente, la Circla era stata costruita in legno: fu solo nel 1327 che si iniziò ad applicare la tecnica della mura a sacco. Questo metodo consiste nel versare tra i mattoni un misto di ciottoli, sabbia e laterizio ed è tuttora visibile nei resti di mura presenti ancora oggi.

La Circla: la cinta muraria più grande delle altre

La Circla era nettamente più grande delle altre due cerchie e si estendeva per ben 7,6 chilometri. Inoltre, disponeva di 12 porte provviste di ponti levatoi, che permettevano di superare il fossato che circondava la città.

Questa cerchia muraria prevedeva l’utilizzo di circa 20 milioni di mattoni, 40.000 metri cubi di ciottoli e un’enorme quantità di legname: per concludere la sua costruzione ci volle il lavoro di due generazioni. 

Attualmente, il perimetro della Circla corrisponde ai viali di circonvallazione di Bologna in quanto con la demolizione delle mura si sono riempiti i fossati esterni su cui ora sorgono i viali di Bologna. Alcuni resti sono ancora visibili in seguito alla distruzione della cinta. Un esempio ben conservato si trova vicino alla sede di ABComunicazione srl in Viale Antonio Silvani.

Mura di Bologna

Se siete interessati ad approfondire questi argomenti, non perdetevi una visita alla Biblioteca SalaBorsa, luogo di cultura, dove potrete trovare ogni tipo di libro. Inoltre, una curiosità di questa biblioteca è che un tempo ha accolto uno dei più antichi giardini d’Europa: L’Orto Botanico.

Le mura di Bologna distrutte: i motivi

Ad inizio Novecento, in seguito alla decisione del Comune di mettere in pratica i contenuti innovativi del primo piano regolatore di Bologna del 1889, iniziò la demolizione della mura della Circla di Bologna.

Impellenti motivi sanitari furono la giustificazione di tale decisione. A causa dello stato di decadenza delle mura di Bologna, si sosteneva infatti che lo smantellamento avrebbe riportato decoro e salubrità alla città. In realtà, ciò che davvero influì su questa scelta furono motivi economici e sociali. Lo stallo nelle costruzioni aveva portato alla disoccupazione di molti muratori, che videro nella distruzione delle mura un’opportunità lavorativa. Inoltre, con l’abbattimento delle mura, il comune poté rendere edificabile il terreno circostante, che verrà in seguito comprato per realizzare ville e abitazioni. 

Porta San Felice

La demolizione causò molte polemiche e la città si divise tra i “conservatori” (tra cui ricordiamo Alfonso Rubbiani), contrari all’abbattimento delle mura e i “modernisti”, a favore.

Il progetto andò avanti nonostante i contrasti e, al posto delle mura trecentesche, si iniziarono dunque a creare i Viali di circonvallazione, ancora oggi percorribili. Il piano originale prevedeva anche l’abbattimento delle porte, ma, grazie all’intervento di Rubbiani e di Giosuè Carducci il piano non si concluse e le porte sono ancora oggi presenti. (ad eccezione di porta San Mamolo e porta Sant’Isaia). Anche porta Maggiore, ad oggi considerata una delle più importanti, doveva essere distrutta, ma in seguito al ritrovamento di resti risalenti al 1200, i lavori non si conclusero.

Se siete curiosi di scoprire anche alcune storie e leggende legate alla religione, vi consigliamo di visitare La cattedrale di San Pietro, il duomo di Bologna, e San Giovanni in Monte. Quest’ultimo è passato da convento a prigione fino a diventare una delle sedi dell’Università.

Il restauro definitivo delle Mura di Bologna

Fra il 2007 e il 2009, il comune di Bologna mise in atto un progetto di restauro delle porte rimanenti: porta Lame, porta Galliera, porta Mascarella, porta San Donato, porta San Vitale, porta Maggiore, porta Santo Stefano, porta Castiglione, porta Saragozza e Porta San Felice. Attualmente considerate come patrimonio artistico e culturale della città restano a testimonianza del passato perimetro murario trecentesco.

Lo sapevate che I portici di Bologna fanno parte del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO? Non solo, Bologna è stata nominata dall’ UNESCO anche come “Città Creativa della Musica”; scopri tutto quello che c’è da sapere sulla tradizione musicale bolognese nel nostro articolo.

Porta Galliera

Bibliografia

  • Costa T., Sulle Mura di Bologna, Bologna, Costa Editore, 2000.
  • Bocchi F., Bologna e i suoi supporti, Bologna, Grafis Edizioni, 1997.
  • Roversi G., Le mura perdute. Storia e immagini dell’ultima cerchia fortificata di Bologna, Bologna, GRAFIS, 1985.
  • Vianelli A., Mura e porte di Bologna, Padova, Tamari Montagna Edizioni, 1976.

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